Il Figlio Della Steppa by Conn Iggulden

Il Figlio Della Steppa by Conn Iggulden

autore:Conn Iggulden [Iggulden, Conn]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:37:16+00:00


Eeluk estrasse la spada con l’impugnatura d’osso intagliata a forma di testa di lupo.

«Gli spiriti hanno abbandonato la sua famiglia, miei Lupi. Guardate in che stato è adesso! Dov’è andata a finire la fortuna di Yesugei?»

Fu un errore menzionare il vecchio khan. Parecchi chinarono automaticamente il capo nell’udire quel nome, ed Eeluk divenne paonazzo di rabbia. All’improvviso non gli parve più sufficiente tagliare la testa a Temujin. Rinfoderò la spada.

«Legatelo a un cavallo» ordinò. «Trascinatelo finché non è ridotto a un Conn Iggulden

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ammasso di carne sanguinolenta e poi buttatelo di nuovo nella fossa. Forse lo ucciderò domani.»

Tolui condusse davanti a lui un castrone baio e legò una corda alla sella.

La folla gli fece largo, eccitata per l’inconsueto spettacolo. Quando gli legarono la corda intorno ai polsi, Temujin posò lo sguardo dorato su Eeluk per qualche istante, dopodiché sputò per terra. Eeluk sogghignò.

Tolui si girò sulla sella, l’espressione vanitosa e crudele insieme.

«Quanto corri veloce?» domandò.

«Scopriamolo» rispose Temujin, passandosi la lingua sulle labbra spaccate.

Sentì il sudore imperlargli la fronte. Era riuscito a trovare dentro di sé il coraggio di affrontare la spada, ma il pensiero di essere trascinato da un cavallo al galoppo era più di quanto potesse sopportare.

Cercò di tenersi pronto a scattare, ma Tolui colpì i fianchi del cavallo e lanciò un grido di guerra, la corda si tese di scatto e lo strattonò, costringendolo a correre, le gambe stanche che lo reggevano a stento.

Tolui spinse il cavallo alla massima velocità, deciso a divertirsi. Non ci volle molto prima che Temujin cadesse.

Quando infine tornò all’accampamento, Temujin era un fagotto inanimato legato a un capo della corda. Non c’era un punto del suo corpo che non fosse sanguinante e in carne viva. I vestiti erano ridotti a brandelli di stoffa polverosi che si agitavano nella brezza quando infine Tolui tagliò la corda. Temujin, riverso a terra, non se ne accorse nemmeno. Le sue mani erano quasi nere e teneva la bocca aperta; si era morsicato la lingua, e un rivolo di saliva rossastra gli colava sul mento. Vide Basan che lo fissava in piedi sulla soglia della ger, pallido e stravolto, e ricambiò il suo sguardo nel vedere Temujin che lo fissava.

Eeluk si avvicinò a grandi passi per salutare Tolui, lanciando uno sguardo divertito a quel rifiuto umano che un tempo aveva considerato importante. Era contento che la sua agonia non fosse finita troppo in fretta.

Camminava leggero, perché aveva preso una decisione ed era come se gli avessero sollevato un macigno dal petto. Era di ottimo umore, e scherzò con Tolui fingendo di lottare con lui prima che il giovane guerriero riportasse Temujin nella fossa, chiudendola di nuovo con il graticcio.

Temujin era seduto nella fanghiglia ghiacciata, a stento consapevole di ciò che lo circondava. Nel sudiciume che ricopriva il fondo della fossa aveva trovato un dente che aveva tutta l’aria di essere umano. Non sapeva Conn Iggulden

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da quanto tempo fosse lì seduto a fissarlo. Forse si era addormentato, anche se non ne aveva la certezza.



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